Cartolina da “Offida”

Altra gita fuori porta, sempre con Nadia (che già conosci dall’articolo Cartolina da “Grotte di Frasassi… Genga…”), questa volta è di un giovedì, giorno di mercato ad Offida. E le vie di questo meraviglioso borgo marchigiano si animano di bancarelle che vendono di tutto un po’. E tra le tante, io vengo attirata da quella dell’Azienda Agricola Biologica Mari Anna Maria. Non ho nessun link da fornirti a proposito di questa azienda che ha sede in Appignano del Tronto, perchè, al momento, non è molto social, ma ti assicuro che i prodotti sono davvero una meraviglia. Per farti avere un idea. il prosciutto della foto è una loro produzione, nostrano, salatura e stagionatura seguita da loro.

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Rigorosamente tagliato a mano, le fette raggiungono la perfezione, oltre che di spessore, di gusto! Molti altri i prodotti dell’azienda, oltre che salumi, anche caseari tra cui spicca il loro pecorino stagionato in crusca, e anche ortofrutticoli, io per esempio tornerò da loro ad ottobre per comprare le mele rosa dei sibillini. Ti starai chiedendo “ma come, la prima cosa che ci dice di Offida è questa? Nessun cenno storico alla città?!?!”. Ebbene, ha un senso tutto questo, perchè lo schema con cui voglio raccontarti questa gita è seguire lo stesso identico ordine con il quale ho visto le cose, da subito dopo aver parcheggiato la macchina a camminando passo passo per il paese. E quindi ora inizia la nostra (mia e tua con i miei occhi e le mie sensazioni) passeggiata per le vie del paese. L’ingresso ad Offida è magnificente, imponente, con

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con le antiche mura castellane e il torrione della rocca che vegliano sulla città dal lontano XII secolo. Da un antica piantina del 1694 risulta che tutto il perimetro di Offida, ovviamente, ne fosse circondato, ma resta in piedi ben poco, soprattutto la parte della nuova Rocca, quella cioè edificata alla fine del XV secolo, anche un terremoto nel 1943 contribuì a distruggere parte di quello che restava delle mura di cinta. Sebbene nel territorio siano state trovate tombe picene e vestigia romane, di Offida non si hanno origini certe fino al 578 d.C., quando cioè gli ascolani, per sfuggire all’invasione longobarda, fondarono diversi castelli nei colli vicini. Nel corso del tempo il borgo assunse sempre più importanza, fu addirittura sede di un Gastaldato del quale si hanno notizie anche in epoca Carolingia e durante il Sacro Romano Impero. L’origine del nome di Offida non è ancora certo, ma sembra che derivi da Oph (ricco) Ida (monte), e il nome Ophida appare proprio come prima traccia scritta nel documento con cui nel 1039 Longino d’Azone cede all’Abbazia di Farfa il Castello di Ophida. Nominata città da papa Gregorio VII alla fine del XIX secolo passa da un economia sostanzialmente basata sull’agricoltura, ad una che vede sviluppare varie attività artigianali, una di esse diventerà uno dei segnali di riconoscimento di Offida, il tombolo. Questa antichissima tecnica di creazione del merletto in realtà è presente in questo borgo già da molto tempo prima, dal 1400, e se hanno tracce certe in un documento del 1511 che attesta il voto che gli offidani fecero perché la città venisse liberata dalla peste. E’ un pizzo molto pregiato, che è stato amato nel corso della storia da regine, nobildonne, donne di alto rango, che ha adornato e continua a farlo i corredi delle spose, ma che fu usato anche per abbellire gli abiti sia maschili che femminili. Oggi con la lavorazione del tombolo puoi trovare, girando per Offida, anche molta bigiotteria con esso realizzata,

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ma la cosa più bella è trovare le signore agli usci delle loro case (come quella della foto di testata) che lavorano questa antica arte. Fanno in qualche modo compagnia durante la passeggiata che continua fino ad arrivare in Piazza del Popolo dove ha sede il Palazzo Comunale con il suo bel loggiato e la torre merlata, e la Chiesa della Collegiata. Offida è molto legata alla religione, molti altri gli edifici di architettura religiosa presenti e anche di notevole importanza storica ed artistica, come il Santuario di Sant’Agostino, la Chiesa del Suffragio e della Morte, il Monastero di San Marco, il Santuario del Beato Bernardo, la Chiesa dell’Addolorata, ma nessuna ha l’imponenza e la maestosità della chiesa di Santa Maria della Rocca.

 

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La trovi alla fine del paese, al termine del centro abitato, arroccata su una rupe che si apre su due vallate, questa meravigliosa costruzione gotica trecentesca eretta su una precedente piccola chiesa benedettina. Visitandola ti accorgerai benissimo delle due strutture perchè la cripta benedettina si trova al piano di ingresso,

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e accedendo poi, per mezzo di una scala, al piano superiore ti si aprirà alla vista la chiesa del 1300

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Ricca di storia e di importanti elementi artistici di grande rilievo, è uno degli esempi più belli di arte gotica, e la storia di un miracolo la accompagna. Nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, alcuni militari tedeschi l’avevano completamente minata perché le rovine della chiesa bombardata avrebbero impedito alle truppe alleate l’avanzata, ma delle 30 mine piazzate, nemmeno una scoppiò, e questo fatto fu attribuito ad un miracolo della vergine. La leggenda vuole inoltre che, se tocchi la pecorella che sta sul lato sinistro della scala che conduce alla chiesa, esprimendo un desiderio e fai poi gli scalini all’indietro, il tuo desiderio si avvera. L’orario di apertura della chiesa al mattino è fino alle 12:30, i negozi chiudono alle 13:00, mi sono affrettata per andare a fare un giretto per le botteghe e comprare qualche specialità gastronomica del posto. Perché il cibo del posto è anche la sua cultura, e allora eccomi a comprare (oltre al prosciutto di cui sopra) anche i funghetti di Offida e

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li taccù

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I funghetti di Offida sono una Denominazione Comunale di Origine, e si tratta di un dolce dalle origini antiche (anche questo), sembra infatti che durante un assedio nel XIV secolo, non ci fosse un gran che da mangiare, e le donne offidane, usando quello che avevano in casa crearono questo dolce a base di miele (poi sostituito con lo zucchero) farina acqua semi di anice, che necessitava di breve cottura. Ne venne fuori un prodotto con due caratteristiche essenziali, la lunga conservazione naturale, ed essere molto energetico, che poteva essere usato anche nei campi militari. Attenzione a non farti trarre in inganno dal bianco del funghetto, non è una meringa, e tra gli ingredienti non c’è la chiara dell’uovo e non ci deve essere, tengono a precisare i pasticceri offidani. Ultima raccomandazione, servono denti buoni assai per rompere il funghetto. Dei taccù invece sentirai parlare a breve…nelle prossime ricette…La passeggiata offidana quindi continua ancora per un po’…ma prima di lasciarti non posso fare a meno di nominarti la Manifestazione Regina di Offida durante il Carnevale, Lu Bov Fint, qui davvero mi riservo di lasciarti qualsiasi informazione perché devi andare a vederlo di persona…ed è garantito che ti divertirai…in uno dei posti inserito nella classifica dei Borghi più belli d’Italia.