Le prime tracce di questo storico Carnevale, mi racconta il Presidente della ProLoco di Offida Tonino Pierantozzi, risalgono proprio al XVI secolo. Offida, dopo una serie di lotte all’ultimo sangue con Ascoli Piceno, passa sotto il controllo dello Stato della Chiesa il quale, nel tentativo di farsi ben volere dagli offidani, autorizza i festeggiamenti del Carnevale che precedono il periodo austero e contemplativo della Quaresima. Probabilmente tutto inizia anche prima del 1524 ma il fatto è che, in questo preciso anno, viene rinnovato e riscritto lo Statuto Comunale della città e da questo momento iniziano anche ad aversi i primi scritti del suo celeberrimo Carnevale. Si fonda su tradizioni secolari, come quella de Lu Bov Fint, che oggi è finto ma un tempo no.
Nel regolamento della Gara d’Appalto c’era chiaramente scritto che la macelleria che avrebbe vinto la gestione del Mattatoio Pubblico avrebbe dovuto offrire un toro (lu bov appunto) alla cittadinanza. La data in cui si decise di dare luogo a questa celebrazione venne indicata come il venerdì che precede il Martedì Grasso che, da allora, a Offida si chiama il Venerdì Grasso. La bestia offerta dal macellaio, veniva legata ad un’asola (ancora visibile nella piazza del paese, di fronte all’attuale Teatro Serpente Aureo ex mattatoio comunale) e poi liberata. Nel tentativo di scappare, correva per le vie del paese inseguita e o accompagnata dagli offidani e, al termine della corsa, veniva macellata e la sua carne regalata alle classi più povere che di carne non ne mangiavano mai. Si può ben immaginare la ressa per accaparrarsene un pezzo, con la fame che c’era! Così, nel 1829, il Gonfaloniere della città, figura importante dell’epoca, era infatti un Magistrato Comunale con diverse facoltà, decise che questa sorta di “corrida” doveva essere sospesa in quanto creava troppi problemi di ordine pubblico. Avversi alla regola sancita dal Confaloniere gli offidani creano Lu Bov Fint, cioè ricreano l’animale in una struttura di legno e ferro facendola portare in giro per le vie di Offida da un uomo che a sua volta è condotto da altri (perché non ci vede in quanto coperto dal costume del bove). Intorno hanno tutto uno stuolo di offidani (ma non solo)

e tutti indossano il costume bianco e rosso tipico di questo Carnevale, Lu Guazzarò con gli immancabili mutandoni sotto. Le origine del costume risalgono a quando gli abiti da lavoro dei contadini si facevano con un tessuto molto resistente ottenuto dalla tessitura della canapa unita al cotone. E dato che lu guazzarò è di fatto un vestito, per difendere il decoro e non mettere in vista “le parti basse” durante la corsa e le cadute si indossavano i mutandoni delle donne trovati nei cassetti dei comò.
Risale al 1700, invece, la tradizione de Li Vlurd, fasci lunghissimi di canne ardenti che vengono portati in spalla dagli offidani e il cui bruciare termina con un grande falò nella piazza del paese. Il termine è la storpiatura in dialetto di bagordi e il simbolismo è di una forza che non lascia spazio a nessuna interpretazione. Il pomeriggio del martedì grasso, tutti gli eccessi, le esagerazioni, i peccati di gola e lussuria commessi durante il Carnevale, vengono cancellati con il fuoco purificatore de Li Vlurd

e lasciano il passo ai quaranta giorni della Quaresima durante i quali si purificheranno corpo e spirito.
Durante i due periodi bellici che segnano profondamente il 1900 i festeggiamenti del Carnevale Offidano vengono sospesi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la spinta forte alla ripresa delle attività carnascialesche arriva dall’idea geniale del nobile offidano Marco Mercolini Tinelli con l‘istituzione delle Congreghe con le seguenti finalità
Finalità preminenti dell’associazione sono :
• Curare la maturazione dei soci attraverso adeguati corsi di partecipazione;
• Promuovere il culto carnascialesco, la devozione all’Ophys ed al dio Bacco;
• Esplicare l’attività con opere di luculliana ed epicurea memoria;
• Visitare il simulacro dal 17 gennaio fino allo scoccare della quaresima;
• Esercitare simposi enogastronomici;
• Promuovere adeguate iniziative per la difesa e la valorizzazione delle tradizioni locali;
• Prendere parte in solenne corteo e in divisa, con accompagnamento musicale, alle seguenti manifestazioni: la domenica dedicata all’amicizia, la domenica antecedente l’ultimo di carnevale, il lunedì vigilia e il martedì, sfilando innanzi al corteo dei “velurd”;
• Conferire ogni anno l’onorificenza di Gran Carnevaliere.
La prima a nascere, di cui il Mercolini sarà fino al 2013 (anno della sua scomparsa) e attualmente ancora insostituibile, il Serenissimo, è, il 10 febbraio 1948, la Congrega del Ciorpiento, cioè del serpente, volendo volutamente alludere all’organo sessuale maschile. La seconda, la Congrega della Ciovetta (uno dei tanti termini dialettali con cui viene indicato l’organo sessuale femminile), la terza la Congrega della Mangusta in quanto è l’unico animale capace di ingoiare il serpente. E così via fino ad arrivare a 15 attuali congreghe

che nel tempo si sono arricchite musicalmente e che oggi sono diventate delle fanfare che accompagnano le varie giornate carnascialesche.
Apertura ufficiale del Carnevale di Offida è il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate e, dopo questa data, durante le tre settimane che precedono il Martedì Grasso i vari eventi carnescialeschi si svolgono secondo un protocollo oramai collaudato che recita così:
la domenica della prima settimana di Carnevale: è la Domenica degli Amici-Musica e Allegria con le Storiche Congreghe offidane. Nasce con l’idea di Marco Mercolini Tinelli nel 1948 ed è una giornata in cui si va di casa in casa a visitare gli amici, si mangia e si brinda insieme.
il sabato della seconda settimana di Carnevale: Veglione all’Enoteca Regionale delle Marche
la domenica della seconda settimana di Carnevale: è la Domenica dei Parenti e sfilano le Storiche Congreghe offidane. Si mangia e si beve a casa dei parenti che pure, durante le feste, bisogna andare a trovare
Giovedì Grasso: consegna delle chiavi della città da parte del Sindaco ad una delle Congreghe, Festa dei Bambini
Venerdì Grasso: Lu Bov Fint
Sabato Grasso. Veglione presso il Teatro Serpente Aureo con dress code Elegante Stravagante
Domenica Grassa: nel pomeriggio sfilata delle Congreghe e la sera Veglione presso il Teatro Serpente Aureo
Lunedì Grasso: veglione presso il Teatro Serpente Aureo
Martedì Grasso: sfilata in maschera e la sera i Vlurd
Tra sacro e profano, tradizioni secolari, il bisogno incondizionato e incondizionabile di sentirsi, almeno per tre settimane l’anno, liberi di scatenarsi, quello che mi viene in mente scrivendo è che potrei continuare a dirti mille cose e nessuna sarà come andare a vedere di persona questo Carnevale!
Quindi ci vediamo su! Tu ci vieni in maschera? Io boh…ci penso!