Cartolina da “Fico EatalyWorld con Cibo per la Mente per la Biotech Week”

Ammettiamolo, almeno una volta nella vita abbiamo pensato “basta, mi compro un pezzo di terra, mi ritiro in campagna…magari mi faccio un orticello…”. La mia ultima volta, ad esempio, in cui mi sono pronunciata in tal senso, è stata… “quasi tutte le mattine”! Prima o poi lo farò, ne sono certa! Ho uno spiccato istinto campagnolo, forse dovuto al fatto di aver vissuto tutta la mia vita in un paese di campagna, forse quello di aver avuto un padre grande amante e cultore della campagna, seppur la sua produzione fosse limitata al consumo familiare. Sono due elementi che ho sempre considerato due grandi privilegi. Di fatto c’è che tutti siamo legati alla terra, tutti veniamo da lì e da uno dei nostri bisogni più primari e più primordiali, quello di sfamarci. E quello che usiamo per soddisfare questa esigenza, per forza di cose, arriva dall’agricoltura. Forse di questo fatto ne sono meno consapevoli le nuove generazioni, pigramente coccolate dal fatto che il cibo sia facilissimo da reperire tra gli scaffali di un supermercato. Ma tutti possiamo essere educati ad avere un approccio più responsabile nei confronti di ciò che mangiamo, per esempio sapendo come è stato coltivato o, addirittura, del perché non lo sia più, nel caso il prodotto da noi ricercato diventi non più reperibile. Sono due degli obiettivi che si prefigge di realizzare Cibo per la mente, Manifesto presentato il 5 settembre 2017 alla Camera dei Deputati, sottoscritto attualmente da 13 associazioni legate al settore alimentare (Aisa, Agrofarma, Assalzoo, Assica, Assitol, Assobiotech, Assofertilizzanti, Assosementi, CIA, Confagricoltura, UNAItalia, Uniceb, Unionzucchero). L’appuntamento è il Press Lunch 4 Piatti a rischio di estinzione di mercoledì 26 settembre 2018 organizzato da Cibo per la mente presso FICO Eataly World . Ed è la portavoce di Cibo per la mente Deborah Piovan

a spiegare gli obiettivi del manifesto puntando sul fatto che il raggiungerli è questione oramai inderogabile. I temi centrali sono l’agricoltura europea e italiana del futuro al fine di garantire l’alimentazione mondiale, la creazione di posti di lavoro collegati al settore agroalimentare, la tutela della sicurezza del cibo in tavola. Fondamentale è investire nella ricerca, spiega sempre Deborah Piovan, per sviluppare nuove tecniche di coltivazione che consentano di produrre di più, meglio, usando meno territorio (considerando l’aumento demografico mondiale) o ad esempio con meno acqua (tenendo conto dei problemi legati al riscaldamento globale). Indispensabile è che tutte le voci facenti parte del coro del settore agroalimentare comunichino tra loro in modo consapevole e produttivo. Tra le tante attività, Deborah è anche titolare, insieme alle sorelle, di un’azienda agricola nella zona di Rovigo, vicino al Delta del Po. È stata lei a scrivere il disciplinare del Riso Delta Po IGP e questo prodotto un tempo era una coltura predominante nella sua impresa ma ora, hanno dovuto smettere di produrlo. Lo hanno fatto perché, a causa del riscaldamento globale, l’acqua salata del mare raggiunge quella dolce e il riso non sopporta il grado di salinità raggiunto dall’acqua. Ed è proprio il riso, insieme al pomodoro San Marzano, il basilico, l’olio, il frumento, a raccontare lo scenario che fanno di queste 5 meraviglie, 5 prodotti in via di estinzione. A spiegarlo è Piero Morandini,

Ricercatore del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano. Racconta, ad esempio, che negli ’80 il pomodoro San Marzano era circa il 35% del totale della produzione nazionale mentre oggi solo 200 ettari di territorio sono dedicati con successo a questa coltivazione. Da non confondere questo tipo di pomodoro con i perini insalatari che si trovano in commercio, la varietà originaria è stata attaccata da tempo da diversi parassiti che ne hanno limitato la produzione. E ancora la ruggine del grano, la xylella degli olivi, il brusone del riso sono alcuni degli esempi di quali sfide un agricoltore si trova ad affrontare. È sempre il Professor Morandini a porre l’attenzione sul fatto che le biotecnologie sono una risorsa fondamentale da usare per aumentare le rese in maniera sostenibile e contrastare le malattie delle piante rendendo queste ultime resistenti agli attacchi dei funghi e dei parassiti. Le interessanti e preziose informazioni dei due relatori sono una scoperta e anche una conferma di quanto, sia importante investire in maniera seria e produttiva nel settore agricolo, per fare in modo che questo comparto si adegui di pari passo al cambiamento di scenario che sta avvenendo nel mondo. Il dibattito in sala si svolge accompagnato dagli squisiti piatti di uno chef d’eccezione, Massimiliano Poggi,

titolare dell’omonimo Ristorante Massimiliano Poggi a Trebbo di Reno. Ha proposto dei piatti realizzati, anche, con i 5 prodotti di cui ti ho parlato sopra.

Tutto squisito, dall’inizio alla fine,

ogni piatto egregiamente bilanciato nei sapori, ma 10 e lode per la pasta con una sublime crema di cipolla di medicina che, davvero, è difficile, se non impossibile, smettere di mangiare. La sua grande esperienza di chef gli fa realizzare dei piatti, per questo evento come pure quelli che pensa e prepara per il suo ristorante, utilizzando ingredienti che raccontino del territorio, dell’Italia e del grande patrimonio che abbiamo da gustare grazie alla incredibile biodiversità di materia prima di cui disponiamo nella nostra nazione.

Qualche numero riguardo l’agricoltura in Italia:

  • l’Italia è la primo posto in Europa per il valore aggiunto nel settore agricolo
  • è indietro per quanto riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore agricolo
  • 41 miliardi di euro l’esportazione agroalimentare nel 2017 con un +6,8% rispetto al 2016
  • 950 le aziende agricole in Italia nel 2017 (erano 1621 nel 2010) 3
  • 3.194 euro il valore medio della produzione per ettaro in Italia
  • 37,8% in meno il calo dei contributi pubblici a sostegno di ricerca e sviluppo in agricoltura
  • 275 milioni di euro destinati nel 2016 dall’Italia alla Ricerca & Sviluppo in agricoltura. Nel 2008 erano 441 milioni. Guidano la classifica Germania (832) Regno Unito (449) Francia (401) Spagna (351)

Che riuscire a metterci di pari passo con le cifre destinate alla ricerca e allo sviluppo di questo settore, tutelando sempre di più i meravigliosi cibi che abbiamo in Italia, non sarebbe anche secondo te LA scelta vincente? O almeno una delle tante da dover fare…