“Le persone belle le riconosci dai locali che frequentano e qui ci sono clienti belli” mi dice con orgoglio Daniele durante la nostra chiacchierata e ha assolutamente ragione. Definire la Bottega del Caffè Foschi “l’Istituzione di Fermo” è troppo poco, per me è un ricordo della mia infanzia e della mia adolescenza che mi emoziona. Era da qualche anno che non visitavo il centro storico di Fermo, mi capita di farlo in una mattina di un giorno qualsiasi di giugno. Scopro la città di uno stupendo come non ricordavo di averla mai osservata prima, ma tanti dei negozi che animavano il corso e la piazza non ci sono più. In alcune vetrine sono state aperte attività dal volto completamente nuovo, ma quella piccola bottega di caffè sotto le logge è ancora lì, al solito posto, è la seconda vetrina del loggiato a destra dell’inizio della piazza, avendo lo sguardo rivolto verso lo splendido Palazzo dei Priori. Ha cambiato immagine, ma la sua anima è sempre lì, a raccontare la sua storia che da, oramai, quasi fierissimi 60 anni si fonde con quella della città. È il 1961 quando la Signora Maria Nicolai decide di aprire questa rivendita di caffè in piazza a Fermo. Suo marito è un agente di commercio della torrefazione pesarese Caffè Foschi, il marchio che arriva in negozio è lo stesso. È una sorta di pioniera di quello che oggi chiameremmo franchising, ma l’inizio non sembra essere contornato da rose e fiori. In negozio non entra nessuno, la mentalità non è aperta, l’essere una sola rivendita di caffè è vista come un idea pazza e visionaria destinata a fallire. Maria continua a sorridere e a salutare tutti con gentilezza, lasciando sfogare tristezza e preoccupazione nei momenti in cui si ritira nel retrobottega. Due cose non la abbandonano mai, una profonda fede e il credere fortemente nel suo progetto. A sostenerla sempre sono le parole “abbi fede, vedrai che tutto andrà bene” che lo zio prete continua a ripeterle nei momenti più difficili. E quanto detto dallo zio si rivela vero, ben presto i clienti cominciano ad entrare e a comprare il caffè, il Caffè Foschi a Fermo diventa addirittura il simbolo di uno status sociale. Rivedere in vetrina l’inconfondibile sacchetto del caffè è stato per me un tuffo al cuore. Sono ritornata a quando le compere importanti come, i libri di scuola, i vestiti per le cerimonie, si andava a farle nella città più vicina cioè, per noi di Petritoli, Fermo. Mia madre non tornava mai a casa senza il Caffè Foschi macinato fresco, il simbolo del prodotto di qualità. Cambiano i tempi, si dice che i figli seguono l’esempio tracciato dai genitori, l’impegno, la costanza e la perseveranza profusi da Maria vengono raccolti da suo figlio Daniele. Sono lui e sua moglie Stefania a prendere le redini del punto vendita, loro che sono insieme da quando erano adolescenti, loro che si completano l’un l’altro con i loro caratteri, loro che, qualunque cosa accada la risolviamo io e te. Cambiano la disposizione del negozio trasformandolo da così
a così
e arriva una grande new entry, la macchina del caffè, rigorosamente in stile vintage.
È la scelta che da una spinta all’attività, fermarsi a bere un caffè o un cappuccino da Foschi vuol dire creare un momento di socializzazione, per scambiare due parole, confrontarsi, conoscersi tra clienti belli (per tornare a quanto scritto all’inizio ndr). Ed è anche l’occasione per fare colazione con qualcosa di eccezionale come i maritozzi artigianali che arrivano dritti dritti da Lapedona o dei calcioni alla ricotta sempre artigianali.
La macchina del caffè non è l’unico oggetto vintage, fanno bella mostra e presenza di se anche due marchi storici, la bilancia Macchi e il macina caffè delle Officine Vittoria, due pezzi di puro e perfettamente funzionante antiquariato.
Nessuna ricetta da parte di Daniele e Stefania per questa Special Guest, la loro specialità è il loro caffè che è d’obbligo andare ad assaggiare in bottega, per fare due chiacchiere con loro che, tra l’altro, sono di un’accoglienza meravigliosa e magari anche per fare un giro per le vie di un centro storico che lascia, davvero, senza parole. Ma, anche io come mia mamma, non potevo tornare a casa senza caffè, ne ho scelto uno aromatizzato alla crema di whisky con il quale ho realizzato una ricetta che sarà il prossimo articolo in pubblicazione.
Quando ho detto a mia madre che avrei avuto come ospite per la Special Guest il Caffè Foschi mi ha detto “ahhhh Foschi è imbattibile, come lui non c’è nessuno”, segno evidente di come, nel tempo, si possa lasciare una traccia indelebile nella mente e nel cuore delle persone.
Ci vediamo quando ci vediamo da Foschi per un caffè!