“Le passioni quelle vere, quando tornano a farsi sentire, fanno i macelli” e la passione alla quale si riferiva Rossella Bartolomei mentre, parlando, mi dice questa frase, è quella sua più profonda e radicata, la cucina. Una sua certa predisposizione alla creatività si era notata già da quando era piccolina, poi arriva il momento di scegliere le scuole superiori, lei avrebbe voluto fare l’Istituto d’Arte però era l’epoca in cui i genitori erano più propensi a far fare strade standard ritenute più “consone” e così si decide per il Liceo Scientifico. Ma lei non si da per vinta, appassionata di disegno, che le riesce anche bene, viene presa sotto l’egida protettiva del suo insegnante di educazione artistica. Lui ha anche un laboratorio di pittura in cui le propone di andare a fare pratica (il vecchio andare a bottega) ma anche questa volta, i genitori trovano la cosa sconveniente. Durante gli anni che passano tutto procede secondo i “canoni”, il matrimonio, due figli stupendi, tanti anni di lavoro d’ufficio e una passione costante mai smessa di praticare, anzi, coltivata, nutrita, studiata e approfondita, cucinare. Otto anni fa la scelta che rappresenta la svolta, far diventare questo suo grande amore il suo lavoro e mentre lo racconta Rossella conferma il famoso detto “scegli il lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno in vita tua”. Sì perché la cucina è faticosa, per avere un buon risultato c’è la ricerca della materia prima, le ricette da testare e studiare e, soprattutto, passare dal cucinare in “versione casalinga” (cioè per poche persone) a quella “versione eventi” vuol dire resettare tutta la forma mentis precedente e imparare a sviluppare quantitativi per molte persone. In tutto questo Rossella è riuscita benissimo, organizza con successo, i pranzi o le cene dei matrimoni che si tengono a Palazzo Mannocchi (location oramai famosa nel settore wedding) dove lei ricopre il ruolo di Executive Chef. E lavora anche come cuoca a domicilio, mestiere che sembra essere stato riscoperto da poco ma che, se ce lo facciamo raccontare da qualche conoscente più agée, fino alla prima metà del 1900 era una pratica molto diffusa. L’evento più impegnativo del cui catering si è occupata e anche quello del quale va molto fiera, un buffet per una convention di circa 200 ristoratori tenutosi presso la Camera di Commercio di Fermo. La “giuria” era super esperta ed era stata tenuta segreta a Rossella fino all’ultimo momento, proprio per evitarle l’apprensione, al termine dell’evento le sono tributati molti complimenti. Non solo Marche però, Rossella è già anche avvezza a frequentare importanti testate giornalistiche come La Cucina Italiana dove annovera due concorsi vinti, con tanto di relative ricette pubblicate e preparate anche dal vivo, proprio presso la sede milanese del mensile italiano che si occupa di buon cibo dal 1929. Ferma sostenitrice della stagionalità e del non spreco, sta elaborando una serie di ricette possibili, volte a riciclare gli avanzi assolutamente da non buttare ma piuttosto da riutilizzare creando sfiziosità. La ricetta che ci regala oggi è una bontà tutta petritolese, sono le ciambelle di Sant’Antonio, sono buonissime, quelle di Rossella sono anche bellissime e io non vedo l’ora di provare a rifarle secondo la sua versione. Ho assaggiato quella fatta da lei e devo dire che è la ciambella più buona assaggiata in vita mia, perché Rossella salvaguardandone la tradizionalità le ha donato un tocco di assoluta contemporaneità nel gusto. Mani in pasta dunque per…
Ciambella di Petritoli ( da un antica ricetta paesana ) by Rossella Bartolomei
5 uova medie
300 gr zucchero
250 ml latte intero
250 ml olio semi girasole
40gr lievito birra
1,100 farina 00
1 pizzico sale
1 vaniglia
1/2 limone grattugiato
- Sciogliere il lievito nel latte tiepido.
- In una terrina abbastanza grande rompere le uova, aggiungere la vaniglia , il pizzico di sale e la scorza grattugiata del limone e sbattere con lo zucchero bene .
- Unire il latte con il lievito e l’olio
- Setacciate la farina e unitela al composto.
- Lavorare bene fino a quando risulta liscio e compatto, lasciar lievitare coperto fino al raddoppio .
- Rovesciare l’impasto lievitato sulla spianatoia tagliare in pezzi da 500 gr. Prendere un pezzo e fare delle pieghe a 2 per 3 volte per facilitare la seconda lievitazione .Formate una palla , incidete sopra con un segno a croce e far lievitare nuovamente fino al raddoppio .scaldare il forno a160/170 e infornare x 15/20 min circa ( ogni forno è un caso a se 😊)
- lasciar raffreddare
NB:La ricetta antica prevede ben oltre i 40 gr di lievito che sopra ho scritto; Se volete si può abbassare a 10/15 gr la quantità di lievito impastando alla sera e lascando in lievitazione tutta la notte in frigo per poi riprendere la lavorazione al mattino successivo. La riuscita e ‘ ottima