Civitanova Marche e il GustaPorto edizione 2020. “Scoprire il mare passeggiando al porto”

In fondo all’Adriatico selvaggio
si apriva un porto alla tua infanzia. Navi
verso lontano partivano. Bianco,
in cima al verde sovrastante colle,
dagli spalti d’antico forte, un fumo
usciva dopo un lampo e un rombo. Immenso
l’accoglieva l’azzurro, lo sperdeva
nella volta celeste. Rispondeva
guerriera nave al saluto, ancorata
al largo della  tua casa che aveva
in capo al molo una rosa, la rosa
dei venti.

Era un piccolo porto, era una porta
aperta ai sogni.

Umberto Saba

Il mare come elemento che da sempre ha conquistato e continua ad affascinare viaggiatori, esploratori, navigatori, insomma, l’uomo in generale. È l’essenza della città di Civitanova Marche da quando venne fondata nell’VIII secolo a.C. e il suo nome era

Cluana. In realtà era abitata fin dal Paleolitico e nel VI secolo a.C i Greci iniziano ad approdare in questo luogo a seguito dei loro scambi commerciali. E come narra Umberto Saba nella sua poesia, non esiste rifugio più sicuro e, allo stesso tempo, luogo più affascinante per immaginare altri orizzonti lontani da navigare, di un porto. Per Civitanova Marche è un’entità talmente essenziale da essere situato a pochi passi a piedi dal centro città (quindi non come in genere accade, in modo più dislocato) ed è sede, non solo di una intensa attività marinara che va dallo sport, alla pesca, all’attività subacquea, al diporto, ma anche di un vero e proprio museo a cielo aperto di street art.

L’edizione del 2020 di Gustaporto organizzata con Tipicità (il “brand ombrello” che accoglie sotto la sua tela il Made in Marche in tutte le sue sfaccettature più possibili, dal cibo, al vino, alle meraviglie del territorio da vedere) nasce con l’intento di far scoprire tutte queste attività facendo una passeggiata lungo il porto. Il filo conduttore della manifestazione è la poetessa Sibilla Aleramo che la città celebra in quanto si pregia di averla avuta come cittadina. Vi si trasferì da Milano con la famiglia all’età di dodici anni dopo che, il Marchese Sesto Ciccolini offrì al padre della letterata un lavoro come direttore della sua fabbrica. Donna forte, appassionata, femminista, pacifista, fervente comunista, dall’esistenza e dall’anima tormentate, la poetessa (che in realtà, all’anagrafe, rispondeva al nome di Marta Faccio detta Rina) riuscì a tradurre in splendidi versi la sua vita costantemente dominata da tumulti emotivi. Ascoltarli durante la passeggiata, recitati dagli allievi della Scuola di recitazione Enrico Cecchetti con la supervisione dell’insegnante Vanessa Speranzoni, è stato molto suggestivo ed emozionante. Gli attori erano disposti lungo i moletti

che disegnano il Porto di Civitanova Marche ed erano accompagnati anche dalla voce di una cantante e dalla musica di un violino e di una fisarmonica,

strumento che a pochi km a Nord vede in Castelfidardo la sua patria riconosciuta a livello internazionale. Sette i moletti (come i colori dell’arcobaleno, ci tengono a precisare) sedi di altrettanti club nautici cioè, Il Club Vela, Lega Navale, Moletto Medusa, Aurora, La Marina, La Rosa dei Venti, Levante, tutti riuniti sotto un unica associazione, Il Madiere, che ha come Presidente Gianni Santori.

Il mare non solo come divertimento e luogo di gite in barca a vela ma, anche come monito e luogo da cui capire che non siamo stati attenti e disciplinati nei confronti dell’ambiente. A ricordarcelo i ragazzi che su Instagram troviamo come @plastic_glomerate, loro sono Lavinia Bianchi e Giovanni Tortora,

studenti di arte e design che hanno realizzato una mostra sui nuovi fossili creati con i rifiuti dispersi in mare e che lui ci restituisce in qualche modo “rivisitandoli”. Plasmati dalla forza dell’acqua, ci vengono resi dopo aver acquisito le forme più disparate che questi due giovani artisiti si sono applicati a interpretare. L’ultima, e forse più significativa, opera è una figura umana realizzata con più fossili uniti tra loro. L’unico vestito che indossa è un’aria malinconica

e un espressione di riflessione come se pensasse “se solo fossi stato più attento non avrei rovinato tutta questa meraviglia che è la natura…”.

Il mare anche come sede di un coloratissimo, e disegnato da elementi ad esso strettamente legati, museo a cielo aperto. È quello pensato, ideato, realizzato da Vedo a colori, progetto nato dalla fervida mente creativa e visionaria del bravissimo Giulio Vesprini che usa la street art come formula per il recupero e la trasformazione urbana di importanti strutture architettoniche dislocate lungo l’area portuale di Civitanova Marche. Il museo ospita murales, realizzati da ragazzi provenienti da tutte le regioni italiane (unica assente la Valle d’Aosta)

e che vestono di colore e fantasia quelle che altrimenti sarebbero state solo enormi barriere di cemento armato, posizionate come riparo dall’acqua e che invece sono diventate uno dei luoghi più fotografati della città.

Dulcis in fundo, il mare come protagonista assoluto della buona tavola e non ci poteva essere conclusione migliore per una giornata tanto particolare ed interessante. Lo spazio del food track è affidato alle mani dell’associazione culturale Marchigianamente che hanno chiesto supporto a quattro super ristoranti civitanovesi che si sono adoperati nella realizzazione, ciascuno di un piatto, che vede come protagonista un ingrediente proveniente dal Mare Adriatico. E così, i nostri palati si sono entusiasmati assaggiando:

  • Li Furbi co l’abbiti (morcardini e bietole) ricetta tradizionale civitanovese realizzata da Sandwich Time
  • La Cozza Vanitosa (cozze in tempura su nero di seppia e aria di prezzemolo) realizzata da Mescola Eat
  • Pinza Romana con “alici del porto” (impasto pizza a base di farina di riso e farro lievitato 42 ore con sopra alici marinate, pomodorini, cipolle, aceto balsamico) realizzata da Vela Verde
  • Ostriche dell’Adriatico (maritozzo di farina di jervicella farcito con un velo di panna acida, rucola e ostrica) realizzate dalla Chef Barbara Settembrini

Ad accompagnate, le bibite della storica azienda Bibite Paoletti  e il ribona sia fermo che mosso delle Cantine Fontezoppa.

E il naufragar di questa domenica non poteva essere che dolcissimo in questo mare…