Questa gita fuori porta da Petritoli l’abbiamo fatta con mia mamma il 15 aprile 2017. In realtà per la mia famiglia Loreto è una meta frequente, siamo molto devoti, le nostre visite a questo Santuario sono molto sentite e ci andiamo ogni volta che possiamo. Fu addirittura la prima tappa del viaggio di nozze dei miei genitori da lì passarono poi a Gradara. Questa cartolina ripercorre, in queste due tappe, i loro passi. Nata, prima che qui nel blog, come post sulla pagina FB del blog, l’ho riporatata qui tale e quale, cioè con foto e relative didascalie che raccontano i luoghi e la giornata…Buona Lettura!
Ci siamo svegliate presto io e mamma Francisca, la visita a Loreto era programmata, l’altra meta l’abbiamo pensata durante il cammino, io non l’avevo mai vista, per mia mamma era stata una tappa del suo viaggio di nozze. La cartolina di questa volta di questi due luoghi delle Marche incantanti, magici e ricchi di storie la trovi leggendo le didascalie che ho pensato di scrivere per ciascuna foto. Buona Lettura
Foto 1: Eravamo già lì per le 09:45…sole, arietta fresca, gli alberi che segnalano l’arrivo della bella stagione e un cielo dove sembra che qualcuno, di buon mattino, abbia deciso di affrescarci delle nuvole a forma di batuffoli di ovatta come cornice alla cupola della Basilica.
Foto 2: Arriviamo in una piazza baciata dal sole e ancora animata da poche persone, l’ideale per godersi meglio uno dei santuari Mariani tra i più importanti e visitati del mondo cattolico. La leggenda vuole che la casina (Santa Casa), posta ora all’interno della basilica, sia partita nel 1291 da Nazareth. Venne poi trasportata in volo da alcuni angeli per giungere, dopo tre anni di varie tappe, nelle Marche nel 1294. Venne deposta, dopo altro peregrinare, solo nel 1296 sul territorio che attualmente la ospita, nella notte tra il 9 e 10 dicembre e il 10 dicembre di ogni anno il calendario celebra la Beata Vergine di Loreto. Fu un frate cappuccino ad avere nel 1617 l’idea di accendere dei fuochi per celebrare questo giorno. Il significato del fuoco è quello dell’accoglienza, la luce da esso emanata avrebbe indicato la strada agli angeli che trasportavano la Santa Casa, il calore li avrebbe scaldati in caso fosse stata necessaria una sosta. La tradizione si diffuse presto in tutta la Regione Marche e da allora è uso e costume accendere fuochi, focheracci, focherò, focò (a seconda delle zone si chiamano in modi diversi) attorno ai quali si radunano le persone. E ovviamente, in questi momenti, come tradizione marchigiana vuole, non mancano mai del buon vino e qualcosa da mangiare.
Foto 3: Gradara è in provincia di Pesaro-Urbino, un oretta di macchina da Loreto per raggiungere uno dei borghi medievali più belli del mondo (è giusto non dire solo d’Italia). Ad accoglierti Porta Firau, nel Medioevo unico ingresso al Castello, il fossato e il ponte levatoio vennero sostituiti nel 1600, Giuseppe Firau era il delegato pontificio dell’epoca. Fino ai primi del 900 la porta veniva aperta al sorgere del sole e chiusa all’ora dell’Ave Maria. NB: l’orologio segna qualche minuto alle 09:30…non funziona forse benissimo
😉
Foto 4: Oltrepassata porta Firau, ti si apre la vista del borgo, e subito puoi vedere già la torre merlata del Castello. Per raggiungerlo, puoi percorrere la salita che vedi, o prendere la strada alla tua destra… —
Foto 5: …e percorrere il percorso che costeggia la cinta muraria e che ti porterà ugualmente al castello. Non perderti durante la tua gita anche la “Passeggiata degli innamorati”, luogo romantico dove camminare magari scambiandosi tenere effusioni e, il “Monte delle Bugie” immerso in un boschetto dal quale ammirare un panorama ineguagliabile
Foto 6: L’ingresso alla rocca ha ancora il chiaro segno del ponte levatoio che prima ve ne consentiva l’accesso.
Foto 7: L’imponente fortezza inizia con l’edificazione del mastio nel 1150 per volere della famiglia De Griffo. Ma caduti in disgrazia il tutto viene affidato dal papato alla famiglia dei Malatesta che la governarono fino al 1463. Per la sua posizione strategica di confine tra Marche e Romagna molte furono le potenti famiglie che si avvicendarono nel possedere la rocca, gli Sforza, i Della Rovere, I Borgia (è visitabile uno stanzino che fu di Lucrezia Borgia), i Medici.
Foto 8: Al piano terra sono visitabili la sala di guardia, dove alloggiavano i soldati, e la sala di tortura, dove i prigionieri venivano torturati. Al piano nobile è possibile visitare tante stanze conservate ancora con i fregi e gli arredi del tempo. Ma sicuramente la stanza più attesa è quella di lei, Francesca, protagonista del tragico amore che vide come teatro la fortezza e che venne cantato da Dante nella Divina Commedia. Francesca era la figlia di Guido da Polenta, Signore di Ravenna, che venne data in sposa a Giovanni Malatesta, Signore di Rimini, detto Gianciotto per il suo fisico non proprio prestante. Temendo, per questo, di venir rifiutato dalla promessa sposa mandò a presentarsi suo fratello Paolo, giovane di bell’aspetto e cortese. I due si innamorarono, pur essendo Paolo già sposato. Gianciotto venne a conoscenza del fatto per opera di un servitore e sorpresi i due amanti in flagrante, li uccise.
Foto 9: Uscendo noi ci siamo fermate a mangiare una piadina, ma vale la pena assaggiare anche una ricetta tipica del posto, i tagliolini con la bomba, dove la bomba sta per la reazione che fa il soffritto di olio e lardo una volta che viene versato all’interno dei tagliolini lasciati un po’ brodosi. E non solo uscendo, ma anche durante la visita alla rocca, almeno a me, è venuto da pensare, come sempre mi capita, a quante storie, fatti, persone, lotte, amori, feste, balli, vicissitudini abbiano avuto luogo in questo splendido borgo che, da una collina posta a circa 150 mt sul livello del mare, domina l’intera vallata, facendo perdere il nostro sguardo in un panorama, che ha i tratti di una cartolina dipinta da un pittore dal prodigioso talento, capace di portare il nostro sguardo fino alla vista del mare Adriatico.