Prima ancora di iniziare a raccontarmi di lui, mi ha parlato della moglie, dicendo non semplicemente cose belle, ma bellissime. È stato proprio grazie a lei che ho conosciuto Giuseppe Palosti, allevatore nella Società Agricola IV Novembre di Casalpusterlengo, provincia di Lodi. Lei, la moglie, Maria Grazia Giroli, noi di CucinaVitali la conosciamo bene perché è stata la Special Guest Dicembre 2019. La Grazia di una pasta frolla perfetta (oltre che ospite di una puntata in radio de La Tribù dei Cucinanti programma al quale parteciperà anche Giuseppe). Ciascuno dei due nel corso delle telefonate con me ha parlato bene dell’altro, sono insieme dal 2000 e se questo non è amore, allora davvero non saprei più come altro definire questo folle sentimento che…! Complici perfette dell’equilibrio che tra loro si è creato sono state anche le stelle che, mi racconta e fa scoprire lui, hanno fatto nascere Maria Grazia, nel giorno della visione infallibile e lui, nel giorno del pandemonio.
E così (almeno nel loro caso) quanto indicato dalla numerologia degli oroscopi corrisponde a verità, tanto lei è dotata di un infallibile sesto senso naturale, ponderata, riflessiva, tanto lui è impeto e tempesta, elabora idee a produzione industriale e le vorrebbe tutte realizzate subito. Ma quello che di Maria Grazia Giuseppe non riesce a fare a meno sono le attenzioni che lei dedica alla casa, dall’apparecchiare tutte le sere usando candele, fiori e accessori di volta in volta diversi, al gusto impeccabile dedicato ai decori, alle stoviglie, alla scelta degli splendidi, raffinati (e assolutamente intoccabili) bicchieri che lei ama collezionare. Il modo in cui Giuseppe mi ha raccontato di Maria Grazia denota una grande generosità e un forte attaccamento ad un valore forte e, secondo lui (e mi sento di essere completamente d’accordo), imprescindibile come la famiglia. E dalla sua famiglia arriva l’azienda di cui lui si occupa, si tratta di un allevamento di mucche (o vacche come dir si voglia),
a comprarlo è il padre nel 1969, nel cuore nevralgico della produzione del latte e del grana, il lodigiano, appunto, da dove iniziò, nei primi anni del ‘900, l’esportazione del grana. Giuseppe nel 1969 non solo non è nemmeno nato, ma nemmeno è un idea, arriverà nel 1971. Da ragazzo fa il suo percorso formativo, si diploma in Agraria, frequenta all’Università Statale di Milano la facoltà di Scienze delle produzioni animali e, conseguita la laurea, applica il suo sapere nell’azienda di famiglia. È la sua naturale indole passionale che lo spinge a migliorarsi sempre e fare il suo lavoro con estrema cura e amore. Le sue mucche hanno un nome, una genealogia, sono trattate con attenzione e rispetto, vengono curate e accudite quando il momento lo richiede e mangiano molto sano. Tutta questa filosofia risponde esattamente al concetto della filiera nutrizionale con cui le mucche di Giuseppe sono allevate, cioè il sistema Filiera Nutrizionale che, a sua volta, risponde ad un principio semplicissimo “quando gli animali mangiano bene, l’uomo mangia meglio”.
Questo sistema prevede che l’alimentazione dell’animale venga integrata con materie ricche naturalmente di Omega 3 come foraggio, erba, semi di lino e di canapa che hanno un effetto benefico sia sull’animale che sui prodotti da lui derivati, come il latte, tanto per dirne uno. Considerato sacro fin dalla notte dei tempi, oggi il latte si divide a metà tra l’essere la croce di chi si schiera a suo sfavore e la delizia di chi ne vanta le proprietà. Giuseppe è (ovviamente) con questi ultimi e lo è con giudizio e motivazione tanto che ha pensato bene di andare a raccontare questo fantastico alimento nelle scuole. Si ricorda ancora la prima dove tutto cominciò, era la scuola media di Maleo (sempre provincia di Lodi) e quando iniziò a parlare era convinto di avere davanti ragazzi che sapessero cosa fosse una mucca, da dove arrivasse il latte e invece no. Si accorse che, ahimé, bisognava proprio partire da zero e decise di farlo avvalendosi anche del supporto di altri professionisti in materia alimentare come Marco Missaglia, Luigi Forte, Filippo Boffelli, Antonio Gamba, Anselmo Valenti. Si portano anche gli animali nelle scuole, per far vedere dal vivo di cosa si tratta, una sorta di fattoria ambulante per spiegare alle nuove generazioni quello che, fino a qualche anno fa, tutti conoscevamo benissimo, il mondo dell’agricoltura. Non è facile fare un lavoro come quello di Giuseppe, bisogna essere a disposizione h24 per 365 giorni l’anno, gli animali non conoscono la differenza tra giorno e notte, festivo e feriale, pioggia e sole, estate e inverno, tutto può accadere in qualsiasi momento e soprattutto, le mucche, vanno munte ogni 12 ore e mangiano due volte al giorno Natale, Pasqua, Ferragosto, Epifania, compresi. Per portare avanti tutto questo che più che un lavoro è una missione serve tanta passione e non lasciarsi abbattere dalle voci di un opinione pubblica un po’ spaesata e molto influenzata da tante fake news. E allora, ad onore di Giuseppe e di tanti altri allevatori che svolgono il proprio lavoro con consapevolezza e onestà diciamo che il latte fa bene.
Composto da acqua, grasso, proteine, lattosio, calcio, fosforo, minerali e vitamine, durante l’infanzia è per il bambino una specie di banca dati che aiuterà il suo corpo a riconoscere le molecole di cui sono formati gli alimenti che scoprirà mano mano crescendo. È un rilassante naturale grazie alla serotonina che va a stimolare, quindi regala una sensazione piacevole e di serenità ed è un vero alimento, come sostiene Claudio Macca Primario agli Spedali Riuniti di Brescia con il quale Giuseppe collabora spesso sempre in ambito divulgativo. Una delle proteine del latte, la lattoferrina, è un antiossidante ed è studiata per la cura e la prevenzione dei tumori e per le persone che non hanno l’enzima capace di dividere, una volta bevuto ingerito del latte, il lattosio in galattosio e glucosio esistono latti appositi. Ma è importante soffermarsi anche sull’importanza del galattosio che è vero e proprio ossigeno per i nostri neuroni tanto che alcuni farmaci atti a rallentare il processo neurologico degenerativo innescato da patologie come l’Alzheimer sono a base di galattosio. Personalmente adoro il latte, tutta la mia famiglia ne è da sempre una convinta sostenitrice, mia nonna era solita berne un bicchiere ogni sera prima di andare a dormire perché, sosteneva, facesse bene alla sua pelle. Sane abitudini di altri tempi che mia mamma e, a sua volta, io e mia sorella abbiamo saggiamente ripreso. Chissà se anche Maria Grazia ha questa sana consuetudine come rito di bellezza? Ho dimenticato di chiederlo e tra le tante cose di lei che Giuseppe mi ha raccontato questa non c’era. Mi ha detto però il motivo per cui l’articolo della Rubrica Special Guest di questo mese non ha la ricetta, lui non ha nessuna pratica in cucina, è il luogo della casa dove non gli è permesso entrare in quanto Regno indiscusso della sua adorabile moglie. Del resto, Maria Grazia è talmente brava che credo che Giuseppe non senta neanche il bisogno di farlo e poi bisogna dire che quello che ci ha raccontato del latte è altrettanto una ricetta, per la nostra salute. Ce lo racconta anche a voce nella puntata de La Tribù dei Cucinanti che andrà in onda il 25/01/20 su Stazione41 dalle 13:00 alle 14:00.
Stay tuned!