Taste the unexpected

Firenze seducente fattucchiera, capace di farti tornare a casa con ancora negli occhi le immagini, delle splendide facciate di Santa Maria del Fiore e del Battistero di San Giovanni, della maestosità di Piazza della Signoria, dell’imponenza di Piazza de’ Pitti, della minuziosità dei decori del Palazzo del Bargello. La famiglia Medici e i segni da loro lasciati in più di tre secoli di governo della città che sono riusciti a trasformare in un luogo così pieno di bellezza, che farà parlare di loro per sempre, fino a che questo nostro mondo conosciuto avrà giorni da far accumulare alla storia. Amanti dell’arte, della bellezza, del buon gusto, non ci sono dubbi, se fossero esistiti ancora oggi il Taste lo avrebbero o, inventato loro, o amato follemente. Riprende in presenza l’edizione del 2022 a Fortezza da Basso (invece che alla Stazione Leopolda) e si parla, come sempre, di gusto e di grandi eccellenze, sotto il motto di “Taste the unexpected”. Il concetto di fondo che lega questa edizione è “no allo spreco alimentare” comunicato a gran voce anche attraverso le felpe (carinissime) delle hostess e degli steward della kermesse riportanti una frase stampata che invita tutti noi a riflettere “Because there’s no planet B”.

Meraviglie enogastronomiche soprattutto italiane, oltre 470 gli espositori presenti, non te li posso raccontare tutti (perché vederli tutti sarebbe stato impossibile) ma qualcuno si!

Ovunque vai trovi un petritolese (questa è oramai una regola che il mondo sta imparando a conoscere :-)) e anche a questo Taste la regola è stata rispettata. È stato un piacere incontrare, subito, all’ingresso un amico, Giuseppe Vitali, capitano commerciale della splendida squadra di Re Norcino. Noi de La Tribù dei Cucinanti li conosciamo già (sono passati sia nel blog che in radio) il loro campagnolo (ciauscolo+ingrediente segreto) prende la forma di caramella per essere fatto assaggiare al pubblico del Taste.

Vecchia conoscenza anche gli amici di Rinci, in esposizione con i loro paccasassi e con anche delle degustazioni serali organizzate per le serate di sabato 26 e domenica 27.

E poi ancora, sempre a proposito di nostri amici tra blog e radio, Maurizio Curi di Azienda Agricola La Golosa, il suo modo meraviglioso di lavorare le conserve di frutta e un prodotto nuovo, per loro, appena uscito sul mercato sotto il loro marchio, un olio extra vergine di oliva.

Bellissimo incontrare di nuovo e, soprattutto, poter parlare con Massimo Mancini di Pasta Mancini. Sta ingrandendo la sua azienda (la sta raddoppiando), si sta espondendo sul mercato internazionale con la distribuzione, il successo, anche per lui (come per gli altri di cui sopra), non è una novità quando il concetto di fondo da cui parti per realizzare il tuo prodotto è imbattibile e forte.

Molte le nuove scoperte, anche del territorio marchigiano.

È il caso di Picena Gastronomia (Montegiorgio) e la loro galantina, buonissima, di pollo o di gallina, ma anche tacchino in porchetta e insalata russa. Tre prodotti che hanno avuto un grande exploit negli anni ’80 ’90 e che ora stanno ritornando di gran voga, soprattutto se veramente buoni.

Stuzzicante e sfiziosa proposta quella di Cavoloso (Grottammare) che propone uno snack realizzato con il cavolo verza e aromattizzato al rosmarino, oppure al pomodoro e paprika, oppure al cioccolato e cocco. Metodo di cottura del cavolo brevettato e l’obiettivo di farsi strada nel mondo degli oramai, diffusissimi, healthy food.

Re Vittorio Emanuele ne andava pazzo, ordinare le amarene di Cantiano per lui era un must, aveva ragione perché, rispetto ad altre e blasonatissime amarene, non si può fare proprio il paragone perché non c’è. Non solo amarene conservate per Corte Luceoli ma anche distillati, composte, sciroppi e creme spalmabili.

Era stato suo nonno ad emigrare in Canada all’epoca in cui si andava a cercare fortuna fuori perché a Montefiore dell’Aso ce n’era poca. A distanza di anni in quel piccolo paese ci è tornato e ha dato vita a Domodimonti, Azienda Agricola produttrice di vini. Agricoltura in biologico, uve selezionate, cantina ad alta sostenibilità ambientale.

Nasce nel 1995 a Colmurano un forno ad opera di due sorelle e i rispettivi mariti. Ora, con la seconda generazione di famiglia, I Sette Artigiani diventano produzione di biscotti, lievitati e i famosi Colmuranesi (grissini di forma piatta e quadrata) dal sapore artigianale e dal gusto raffinato. Biscotti al latte d’asina, paccucce di Colmurano e molto altro da assaggiare assolutamente.

Salmone appeso vicino al fuoco e messo ad affumicare secondo la tradizione dei più antichi villaggi del basso Volga. “Il fumo accarezzava la loro carne, rendendola fragrante e saporita.
I bambini sedevano in cerchio e gli anziani pescatori raccontavano loro di certi animali portentosi,
capaci di sfidare le correnti, ma anche di volare più su, fino a nuotare tra le stelle,
fino a intingersi nell’inchiostro che impregna il manto scuro delle tenebre:
I Salmoni dalla Coda Nera.” Equilibrio perfetto di salato, affumicato, grasso, carnoso il salmone di Coda Nera (Osimo) che ti conquisterà al primo assaggio.

E volendo spostarci fuori regione partiamo con uno dei prodotti più amati da noi italiani, la mortadella, quella del Salumificio Franceschini, dal profumo inebriante già al taglio non posso dirti che cosa era al gusto. Sensazionale anche il salame rosa, mai assaggiato prima, rimasta con la voglia di gustarlo per sempre.

Alla scoperta di uno dei prodotti più intriganti (almeno secondo me) della gastronomia presso lo stand dell’ Acetaia Malpighi, l’aceto, appunto. Una esplosione di gusto e aromi che mandano in fibrillazione corpo e cervello l’assaggio dei loro balsamici e dei loro condimenti anche a base di aceto. Dal 1850 una grande tradizione di cui continuare a parlare.

Il loro Oro Nero è forse uno dei parmigiani più famosi ma, dopo averli assaggiati, ti assicuro, qualsiasi mese di stagionatura sceglierai sarà squisito ugualmente. Una passione. per il Caseificio Gennari, che si tramanda dal 1953.

Panettoni, colombe, torte e paste, pesti, creme, marmellate e confetture, torroncini e torroni, frutta secca, croccanti e far scoprire le specialità siciliane la missione di ‘A Ricchigia. Tutto a base degli unici pistacchi di Bronte con l’aggiunta di ingredienti come la trasparenza sull’origine dei prodotti, l’attenzione alla produzione, la passione per il gusto e per il territorio etneo.

Arriva dal 1850, per eredità di una antica famiglia di pasticceri, la ricetta degli amaretti morbidi di Antica Dulcinea realizzati anche in versione glassata e ricoperti e poi, macaron, meringhe, tartufi, dragee e un mondo di prelibatezze dal gusto formidabile per chi ama i prodotti a base di mandorla.

Profumano di mare, di sole, di panorami eccezionali e di Vesuvio i pomodori di Virtuna che dal 1934 portano l’estate a tavola anche nelle giornate più fredde e buie.

Avrei voluto raccontarti di tutti gli altri, però non ho avuto materialmente tempo di visitare.

Un grazie particolare va al mio compagno di viaggio in questo Taste, Massimo Polidori, uno dei nuovi chef da annoverare nella categoria “talenti da tenere sotto controllo”.

Noi ci vediamo al prossimo Taste!