Special Guest Febbraio ’23 “120 uova di castagnole marchigiane ogni Carnevale”

Il ricordo che ho di lei è associato a mio padre, era appena arrivata a Petritoli fresca fresca di matrimonio e portava ad aggiustare le scarpe in bottega da mio padre che era calzolaio. Bella, il fisico longilineo, sempre elegante sia nel portamento che, soprattutto, nei modi, a babbo piaceva tantissimo, le era simpatica per quella grazia che aveva nel chiedere le cose.

Riservata, mai sopra le righe, quasi schiva, una manualità che la rende bravissima nei lavori decorativi, bravissima in cucina, è famosissima per la ricetta di un dolce di Carnevale nella quale, davvero, non conosce rivali.

“L’ unico ingrediente che ci metto in più è la pazienza” così Stefania racconta delle sue incredibili castagnole marchigiane, le più buone mai assaggiate (da me che scrivo ovviamente) e imbattibili da qualsiasi vergara si voglia. E pensare che lei non le conosceva nemmeno! Nata e cresciuta a Rocca di Montemonaco, nel suo paese le castagnole erano delle bombette piccole fritte, magari farcite di crema pasticcera all’interno. Di quelle fatte dello stesso impasto delle ciambelle strozzose ne viene a conoscenza quando si fidanza con quello che poi diventerà suo marito, Graziano, petritolese doc. Una domenica sotto il periodo di Carnevale lui viene invitato a pranzo a casa di Stefania e porta in omaggio un vassoio di succulente castagnole marchigiane preparate da sua mamma Giulia. È lei a prepararle ogni anno per il medico di famiglia, il fattore del loro terreno, i vicini di casa, gli amici e i parenti più stretti, sarà lei ad insegnare a Stefania la ricetta di queste ghiotte pepite ricoperte di miele e alchermes nella cui realizzazione è maestra.

Accade poi che un Carnevale il suocero di Stefania è ricoverato in ospedale e la signora Giulia è accanto a lui per accudirlo. Per non perdere la tradizione di famiglia Stefania vuole provare a vedere se le riescono, inizia con un uovo convinta di dover buttare tutto e invece succede che l’unica castagnola preparata, durante la cottura cresce (si scarofola in dialetto) talmente tanto da non voler quasi rimanere all’interno della piccola pentola adoperata per la frittura.

Da quel momento inizia per Stefania una escalation di produzione di castagnole marchigiane fino a raggiungere numeri, quelli attuali, da capogiro per essere una produzione comunque domestica. I lavori iniziano più o meno un mese prima di martedì grasso, 24 le uova lavorate 48 le castagnole create da Stefania ogni volta che si mette a friggere (adesso sono due castagnole ad uovo), 5 i litri di olio usati per ciascuna cottura. Per la fine della fiera si conta un totale complessivo di 120 uova, 240 castagnole, 25 litri di olio di semi di arachide a “stagione”. Lei, quando comincia con il primo impasto, dichiara che la castagnoleria è aperta, i rumors tra chi riceve questo gradito omaggio da parte di Stefania raccontano di famigliari pronti ad affrontarsi con il coltello fra i denti per dividersi equamente queste delizie. Tre le modalità diverse di conditura possibili, quella cioccolatosa in stile “Ferrero Rocher” al cacao e granella di nocciole, la versione classica alchermes e miele, la versione croccante al torroncino e miele. Dicono che non ne che esista una più buona dell’altra e che sono tutte e tre da assaggiare.

Stefania dovrebbe aprire sul serio una castagnoleria per fare contento il mondo.

Ahimé, però, credo che questa ultima ipotesi non sia esattamente nei suoi piani ma è stata gentile con noi Cucinanti di Cucina Vitali fornendoci la sua ricetta (calibratissima e assolutamente non ad occhio) delle castagnole marchigiane. Proviamo a farle facendoci tuttavia una promessa, quella che se non ci vengono come le sue lo sapevamo già che sarebbe andata e così e non ci rimarremo male! Nonostante questa premessa, la fortuna aiuta gli audaci e quindi…

Castagnole marchigiane La Ricetta di Stefania Virgili

Ingredienti (per 2 castagnole)

  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di mistrà Varnelli
  • 80 gr di farina
  • 1 pizzichino di sale
  • olio di semi di arachidi per friggere
  • miele e alchermes per condire

Preparazione

  • sbattere bene l’uovo con lo zucchero
  • aggiungere la farina, l’olio, il mistrà, il sale
  • impastare il tutto prima con le fruste e poi con le mani
  • formare due palline e lessarle in acqua bollente non salata
  • quando vengono a galla scolarle e lasciarle raffreddare bene
  • mettere a scaldare dell’olio di semi di arachidi in una pentola alta e stretta
  • quando l’olio sarà bollente tuffare le palline lessate nell’olio
  • girarle spesso perché si colorino uniformemente e quando saranno ben aperte e ben colorate scolarle su un piatto dove avrai appoggiato della carta assorbente
  • condirle con miele e alchermes

Qui di seguito le foto delle fasi delle castagnole marchigiane di Stefania