Speciale Guest Aprile ’23. Un sogno nato tra i banchi di scuola e diventato tante favole biologiche.

Di che pasta sono fatti i nostri sogni? Forse di quella composta dai mille casi del destino che ce li fanno realizzare nonostante il nostro percorso prenda, temporaneamente, strade completamente diverse. Alessandra

ne è l’esempio perfetto. Gli studi in ragioneria alle superiori

che proseguono con una bella laurea in lingue per l’imprese all’Università di Urbino. Per conseguirla si sposta per un periodo in Germania e poi scrive la tesi di laurea, addirittura, a New York. Con Fabio è un amore che nasce tra i banchi dell’ITC Carducci, i loro percorsi di studi seguono due indirizzi diversi, per lei quelli scritti sopra, per lui gli anni dell’università lo portano a conseguire una laurea in economia presso l’Università di Ancona dopo la quale si impiega nel settore del credito. Ma è sempre tra i banchi di quella scuola superiore che è già nata un’idea, un desiderio, un loro sogno in comune, quello di creare qualcosa di loro legato ad una agricoltura sostenibile. Vengono tutti e due da famiglie di origine contadina, hanno i terreni sui quali impiantare la loro attività ma, non hanno idea di cosa e come iniziare a fare.

Intanto si sposano, Alessandra è impiegata in un azienda che opera nel settore alimentare, il loro sogno riposa sornione in un cassetto fino a quando non nasce, nel 2014, il loro primo figlio, Leonardo. Finché è Alessandra ad allattarlo va tutto bene ma, nel 2015, al primo cucchiaino di farina lattea che Leo mangia per iniziare lo svezzamento, qualcosa va storto. Il bambino si sente subito male, corrono al Pronto Soccorso dove, dopo analisi ed esami, i medici comunicano ad Alessandra e Fabio che il bambino risulta allergico a molti alimenti. I due genitori si rendono subito conto che per nutrire il bambino serve un piano alimentare che non preveda conservanti, addensanti, additivi, contaminazioni. Il Bimby è il primo alleato di Alessandra quando inizia a preparare omogeneizzati e pappe in casa, con frutta, verdura e animali che vengono dalle coltivazioni e i piccoli allevamenti della sua famiglia che di quella di Fabio. Leonardo cresce e con lui anche i prodotti che Alessandra realizza in casa, ogni fase dello svezzamento corrisponde ad un alimento auto prodotto e, in tutto questo, un giorno, quel sogno di Alessandro e Fabio nato tra i banchi di scuola finalmente si delinea e diventa realtà. Nasce, nel 2016,

l’azienda Biofavole e con essa il primo vero omogeneizzato di frutta biologica a km zero in Italia. Nel 2017 nasce Greta, la seconda figlia della coppia, e con lei l’idea di un laboratorio di trasformazione vero e proprio che non sia più solo domestico. La nuova struttura prende vita nel 2019 ed è sempre Alessandra ad occuparsi della trasformazione dei frutti della terra che diventano le due linee dell’azienda cioè:

  • favole di frutta. Omogeneizzati, confetture, succhi
  • favole di verdure. Passate di pomodoro, vellutate, contorni (verdure, giardiniere, legumi, in conserve sott’olio o precotti) sfiziosità e condimenti (dado vegetale, ketchup, composta di pomodori verdi, confettura di zucca e anice) questi ultimi due prodotti ideali da accompagnare in degustazione con dei formaggi.

Prezioso e imprescindibile l’aiuto della mamma di Fabio (quindi suocera di Alessandra), che si occupa di far nascere tutte le verdure nell’orto, e del fratello della signora, a cui è affidata la gestione dei frutteti. La produzione è legata al raccolto, per cui, se qualcosa come grandine o altro rovinano un frutto o una coltivazione queste, ahimé, non saranno protagoniste di nessuna trasformazione. Una bella garanzia, questa, di biologico e non di forzato!

La soddisfazione più grande per Alessandra è arrivata un giorno

sentendo Leonardo parlare con un suo amichetto. Condividevano il desiderio di andare a mangiare in una nota catena di fast food quando ad un certo punto Leonardo, riflettendo a voce alta, dice al suo compagno “ma tu lo sai quanti ingredienti ci sono nel pane di quell’hamburgher? Quattordici, quando il pane si fa solo con acqua, farina, lievito”.

Sicuramente Leonardo, prima o poi, si toglierà il gusto di assaggiare quei panini, ma intanto, per mamma Alessandra, la riflessione del figlio che è stato un po’ il detonatore di quel sogno condiviso con Fabio, è la prova che il seme gettato come educazione ad una sana cultura del cibo ha attecchito.

Oggi Leonardo, ha nove anni, sta bene, grazie ad un percorso di desensibilizzazione del cibo ha potuto introdurre molti alimenti nel suo quotidiano, Greta ha cinque anni e ha sempre mangiato di tutto non avendo mai mostrato le stesse particolarità del fratello e, almeno in casa, mamma Alessandra non ha mai comprato merendine, le merende si fanno con il pane oppure con i dolci fatti in casa. Come quello della ricetta che, per questa Special Guest, ci regala la nostra regina degli omogeneizzati biologici.

Plumcake al succo di mela di Alessandra Poggi

Ingredienti:
200 ml succo di mela
170 gr burro
250 gr zucchero di canna
4 uova
50 gr latte
250 gr farina tipo 1
1 bustina di lievito per dolci

Procedimento:
Sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungere il burro ammorbidito, il latte, il succo di mela e la farina e mescolare.
Infine aggiungere il lievito e mescolare ancora.
Versare l’impasto in uno stampo per plumcake imburrato e infarinato.
Cuocere in forno caldo statico a 160°C per 45 minuti.