Zia Erminia prima di aprire il suo negozio di frutta e verdura in piazza a Petritoli e diventare un’abile commerciante, in gioventù, faceva la cuoca a domicilio. Oggi questa è una nuova professione che va molto di moda, soprattutto in città, un tempo in campagna era prassi normale. Non si andava al ristorante all’epoca, si mangiava in casa, le occasioni potevano essere molteplici, matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, funerali, ed anche i vari momenti importanti che segnavano il calendario dell’agricoltura e dell’allevamento, come la mietitura (lo vatte), la vendemmia, la raccolta delle olive, la salata. Erano tutti momenti di grande convivialità in cui la vergara della casa (di cui ti ho spiegato il significato in Sua Maestà “Il Pollo in Padella”) si trovava a dover preparare pranzi per molti commensali, gli invitati alle cerimonie, e le opere, cioè le persone che aiutavano durante i grandi riti dell’agricoltura. La vergara aveva quindi bisogno di aiuto in cucina, e allora venivano chiamate le cuoche a domicilio, che all’epoca altro non erano che le donne che in paese si erano fatte nomina di essere delle valenti artiste dei fuochi (non c’era il fornello) e del gusto. Come veniva sparsa la voce? Con i migliori social dell’epoca, il passaparola, la voce di popolo (cioè l’evergreen Vox Populi Vox Dei…che del resto…internet a parte…funziona ancora oggi!!!). Divagazioni a parte Zia Erminia era una cuoca formidabile e questo piatto lo sapeva fare. La parola potacchio deriva dalla parola germanica Pott = pignatta cioè il contenitore dove viene cucinare il piatto, prevede la presenza di pancetta per dare gusto al tutto, e le carni che secondo tradizione vengono cucinate così sono pollo e coniglio. Ingredienti alla mano…pronti…via…
Ingredienti
- un coniglio
- olive nere
- una fetta di pancetta (circa 150 gr)
- 3/4 spicchi di aglio
- olio extra vergine di oliva
- 3/4 foglie di alloro
- un bicchiere di vino bianco
- sale
Preparazione
- taglia a pezzi il coniglio. Se non lo hai fatto mai e non ti senti di cimentarti il tuo macellaio di fiducia lo farà per te. Se vuoi provare non è difficile.
- ungi una padella capiente uniformemente con dell’olio extravergine di oliva
- disponi in piano il coniglio nella padella senza sovrapporre i pezzi
- metti su fuoco medio ma basso, copri con un coperchio, e fai andare fino a che tutta l’acqua di cottura del coniglio si sarà ritirata
- nel frattempo taglia a cubetti la pancetta
- in una padellina fai soffriggere un po’ la pancetta, lasciandola morbida, senza farla rosolare, spegni il fuoco e tienila da parte
- una volta che il coniglio avrà evaporato tutta la sua acqua passa alla fase di condimento per poi farlo rosolare
- sala il coniglio da entrambi i lati, aggiungi, pancetta, spicchi di aglio, alloro, olive nere, vino bianco
- copri con un coperchio, fai andare sempre a fuoco medio fino a che non sarà ben rosolato da entrambi i lati
- a questo punto il tuo coniglio è pronto
Buon Appetito!
Buonissimo , però la pancetta non l’ho ma messa proverò anche cosi.
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Provala si, è una ricetta tipica marchigiana, ti piacerà!
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Ne sono sicura.Ciao
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Ciao cara!
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Le ricette tradizionali sono sempre interessanti. Anche io in genere nel coniglio metto un po’ di pancetta (al posto del lardo della tradizione locale)
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Mi piace sapere che stiamo tornando ai mestieri del passato..spero che il “ripescaggio” culturale continui!
Sei marchigiana, tutto bene da te?
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Grazie Marzia per il tuo interessamento. Si da me tutto bene. Io sono in vacanza dai miei nelle Marche e riparto domenica per Milano. Il mio paese Petritoli è a posto. Si è sentito fortissimo il terremoto ma nessun danno. Mi piange il cuore per tutte i paesi colpiti. Tornando al tema della ricetta, secondo me continuerà, la tendenza è questa secondo me, tornare alle origini, le mie ricette, come avrai notato, parlano spesso di storie passate, antiche tradizioni etc. Andiamo avanti con il ripescaggio culturale delle nostre tradizioni, a me piace molto.
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Sì, tutti noi siamo stai colpiti da questa uova tragedia…
W le tradizioni
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