Ignoravo che si chiamassero così i pomodori arrosto fino a quando, a cena a casa di Graziano, grande amico di mio padre, il 24 agosto di quest’anno (cioè l’altro ieri!!!), proprio lui mi raccontò il tutto. Doriana, la nuora, aveva preparato per cena, tra le mille altre cose, tra cui una meraviglia di carne e salsicce alla brace, anche i pomodori arrosto, e mentre Graziano se li serviva nel piatto, mi dice che in campagna venivano chiamati “Le braciole (in marchigiano vero si dice vrasciole) de li cuntadì”. Accadeva ai tempi in cui la carne non si mangiava mai, o comunque non più di due tre volte l’anno. Dopo la macellazione del maiale, infatti, le parti migliori di esso venivano vendute per ricomprare un altro maiale da allevare di nuovo e per altre provviste, e le vacche di razza marchigiana servivano per il lavoro dei campi. Doriana di pomodori ne aveva preparati tanti, a tavola c’era un piatto da portata ben fornito di questa delizia, e Graziano, dall’alto dei suoi 80 e rotti anni, guardandolo dice “e poi tutti questi chi li poteva preparare mai! Se potevi fare un piatto con così tanti pomodori eri un signore”! Perché anche quelli venivano conservati per l’inverno, secchi o sotto forma di passata (quest’ultima altro must della vergara). Allora ad un certo punto della conversazione chiedo io: ” E che cosa mangiavate?” Lui risponde :”fagioli, polenta, fava ‘ngreccia, tagliulì…” Incredibile eh…fare colazione con i fagioli…eppure era così! Come puoi vedere nelle ricette che trovi linkate qui nell’articolo sono previsti ingredienti come le alici e i capperi per la fava ‘ngreccia, e il prosciutto e la lonza per i tagliulì, tutte cose che danno sapore e che corrispondono alle ricette originali ma che, non sempre c’erano nelle famiglie contadine di tanti anni fa, mentre, dato confermato anche da Graziano, non mancava mai lo strutto per cucinare, si perchè, all’epoca, anche l’olio di oliva prodotto in casa veniva venduto. Grasso di maiale a parte si può tranquillamente dire che c’è stata un epoca in cui essere vegetariani non era una scelta ma senz’altro una costrizione data dalla povertà, mentre ora ritorniamo verso questa tendenza per ritrovare la salute persa con l’abbondanza da cibo! Come sono i corsi storici!!!! Dai…concentriamoci sulla ricetta..sana veloce buonissima, se hai la brace è meglio altrimenti padella o forno! I pomodori che ho cucinato io fanno parte della collezione “verdure dell’orto delle amiche di mamma” di cui ti ho parlato nella ricetta L’orto in forno. Tutto pronto? Via….
Ingredienti
- 6/7 pomodori San Marzano ben maturi
- 3/4 spicchi aglio
- rosmarino
- salvia
- olio extravergine di oliva
- sale
Preparazione
- lava i pomodori, mondali e tagliali a metà per verticale
- prendi una padella capiente
- ungila uniformemente con dell’olio extravergine di oliva
- stendici i pomodori facendo attenzione che non siano sovrapposti
- spolvera i pomodori con un pizzico di sale
- disponi il rosmarino, l’aglio e le foglie di salvia
- copri con un coperchio e metti la padella su fuoco medio ma basso e fai cuocere
- sono pronti quando saranno un po’ “attaccati” perchè sono buoni così
- versaci sopra un filo di olio a crudo
Buon Appetito!
Quante verità!
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Io adoro leggere i tuoi commenti, mi piaci troppo. Ti abbraccio forte.
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Sono contenta. Anche a me piacciono racconti del passato.
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Pensa, e non era poi neanche tantissimo tempo fa … Buona giornata!
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Eh già…non dobbiamo andare tanto lontano…
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Mi piacciono i racconti. Specie se legati ad ingredienti, o comunque a tutto ciò che riguarda la cucina. Ci sono molte verità e ci si accorge di quanto sia bella la semplicità. Complimenti per tutto:) un abbraccio
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Grazie! Davvero grazie! È una soddisfazione enorme! A me piace pubblicare le ricette in questo modo abbinando sempre oltre agli ingredienti una parte editoriale fatta di svariate cose, come storia piuttosto che aneddoti etc etc. È importante secondo me tenere vivo il passato per avere coscienza su come affrontare un futuro! Grazie ancora
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Rileggendo l’introduzione a questa ricetta mi è sembrato di riascoltare uno dei racconti di mio padre, il cui padre (mio nonno) aveva un’azienda agraria vicino Ascoli. Anche lui nella sua infanzia mangiava così. E tra l’altro lamenta ancora di sentire più quei sapori così naturali
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Eh si all’epoca tutti mangiavano così. Io adoro farmi raccontare queste storie. Sei marchigiana anche tu allora, di dove? Io di Petritoli, vivo e lavoro a Milano da 6 anni, ma le Marche sono il mio pezzo di cuore!
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Ahah! Incredibile!
Noi curiamo il blog in due. Io (Roberto, che ti scrivo adesso) sono originario da parte di padre di Santa Vittoria in Matenano e sono anch’io a Milano da anni! XD
Ma anche Silvia ha origini marchigiane. Solo che più a nord, vicino Osimo 🙂
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Incredibile, prendiamoci un caffè insieme allora, conosciamoci dal vivo!
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Ti ho appena chiesto amicizia su fb. Io sono Antonietta Vitali, se la vedi sono io. Abbiamo pure un amicizia in comune.
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